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Gallipoli e l’amore
Oggi vi raccontiamo del comparto centrale della Fontana Greca, a lungo considerata (e tutt’ora se ne discute) la più antica fontana del mondo (in realtà pare sia un monumento di età rinascimentale).
E’ suddivisa in tre scomparti dove sono scolpiti in pietra scene mitologiche raffiguranti i miti di Dirce, Salmacide e Biblide, ovvero tre ninfe trasformate in fonti di pietra, rispettivamente a causa della gelosia, dell’eccessivo amore e della vergogna.
Ci piace l’eccessivo amore.
I Gallipolini, oltre ad assistervi ogni estate per strada, nelle discoteche o sulle piccole spiagge vicino al centro storico, l’amplesso di due amanti lo vedono da sempre, scolpito sulla loro fontana che racconta il mito di Salmacide – una ninfa che rifiutò la verginità imposta dal culto di Diana e, attratta dal giovane Ermafrodito (figlio di Venere e Mercurio), lo aggredì mentre questi nuotava in uno stagno. Il giovane, sebbene soggiogato, cercava invano di liberarsi dalle eccessive attenzioni della ninfa e Salmacide, che non intendeva rinunciarci, pregò gli Dei affinché unissero definitivamente il suo corpo a quello dell’amante Ermafrodito.
Nelle Metamorfosi di Ovidio il mito si conclude con l’esaudimento della preghiera di Salmacide da parte degli Dei e con la metamorfosi di Ermafrodito in un essere per metà uomo e per metà donna. Da quel momento in poi la fonte, che della ninfa aveva preso il nome, conservò il potere di effeminare i maschi.
Beveteci con prudenza oppure abbondantemente ma soprattutto fate attenzione: in alto, Venere e Cupido si apprestano a trasformare Salmacide in una fonte di pietra, spostatevi!
Commenti
Igordesign 9 anni ago
Bellissimo articolo mi piace molto